Circuito Atp ATP, Copertina

ATP Stoccolma: Risultati live del primo turno di qualificazione. In campo Donati e Arnaboldi

14/10/2018 10:45 29 commenti
Matteo Donati
Matteo Donati

SWE Atp Stoccolma | 250 | Indoor | e612.755 – 1° turno quali


Centre Court – Ora italiana: 11:00 (ora locale: 11:00 am)
1. [2] Bernard Tomic AUS vs Oscar Otte GER

ATP Stockholm
Bernard Tomic [2]
0
4
2
Oscar Otte
0
6
1
Vincitore: O. OTTE per ritiro

2. [WC] Markus Eriksson SWE vs [7] Ernests Gulbis LAT (non prima ore: 14:00)

ATP Stockholm
Markus Eriksson
4
6
Ernests Gulbis [7]
6
7
Vincitore: E. GULBIS

3. [4] Peter Polansky CAN vs [WC] Karl Friberg SWE

ATP Stockholm
Peter Polansky [4]
6
6
Karl Friberg
4
1
Vincitore: P. POLANSKY






Court 1 – Ora italiana: 11:00 (ora locale: 11:00 am)
1. Matteo Donati ITA vs [5] Jurgen Zopp EST

ATP Stockholm
Matteo Donati
4
4
Jurgen Zopp [5]
6
6
Vincitore: J. ZOPP

2. [3] Michael Mmoh USA vs Alexei Popyrin AUS

ATP Stockholm
Michael Mmoh [3]
6
6
Alexei Popyrin
7
7
Vincitore: A. POPYRIN

3. Norbert Gombos SVK vs [6] Matthias Bachinger GER

ATP Stockholm
Norbert Gombos
3
4
Matthias Bachinger [6]
6
6
Vincitore: M. BACHINGER

4. [1] Julien Benneteau FRA vs Ivan Nedelko RUS

ATP Stockholm
Julien Benneteau [1]
6
6
Ivan Nedelko
4
2
Vincitore: J. BENNETEAU

5. Andrea Arnaboldi ITA vs [8] Mats Moraing GER

ATP Stockholm
Andrea Arnaboldi
7
6
Mats Moraing [8]
5
2
Vincitore: A. ARNABOLDI


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29 commenti. Lasciane uno!

TtAle5 15-10-2018 09:55

Scritto da Koko

Scritto da Lo Scriba

Scritto da Ale5

Scritto da Koko

Scritto da Alain
@ frenky (#2215092)
@ frenky (#2215092)
Potevi usare un metro di paragone più interessante visto che il miglior tennista delle nazioni citate nato nelle due annate che hai indicato è il nostro Berrettini.
E comunque il problema di base è la pochezza qualitativa in generale delle nuove generazioni se paragonata ai nati negli anni ‘80.
Si veda il dato che ad oggi il più giovane vincitore slam è del 1988. Parlo di uomini ovviamente.
E meno male che i “vecchietti” non mollano. Perché sono i migliori sotto tantissimi aspetti.

Esatto: la evidente femminilizzazione ormonale del giovane odierno ha causato una decrescita delle prestazioni testosteroniche così tipiche degli anni 80 90. D’altra parte la mascolinizzazione delle donne non ha portato un conseguete aumento prestazionale perchè mediamente sono “maschiaccie” biologiche che rimangono di testa leggere e frivole!

Dimmi che stai scherzando ti prego…
Imbarazzante

Temo di no, purtroppo…

Opinioni prese pari pari (magari off records) da..tecnici che allenano in vari sport. Perchè politicizzare impropriamente e in maniera del tutto non contestuale aspetti che potrebbero avere basi anche medico-scientifiche? L’evoluzione dell’ homo sapiens in conseguenza del progresso attuale non penso che sia riducibile acriticamente dal benpensante da forum a quello che è un presunto e malinteso politicamente corretto!
Contributo testuale al dibattito:
Éric Zemmour, saggista e giornalista francese, sostiene che il fenomeno dell’Isis, e più in generale del fondamentalismo islamico, altro non sia che la reazione estrema dell’uomo orientale difronte alla progressiva femminilizzazione dell’uomo in Occidente, intesa questa come perdita di quei caratteri virili che da sempre hanno differenziato l’uomo dalla donna: la forza fisica, l’autorità, l’audacia, l’onore. La società ha infatti privilegiato, in tutti i campi del vivere sociale, valori tradizionalmente femminili: la dolcezza, la prudenza, il compromesso, la delicatezza. Zemmour afferma che una delle chiavi di lettura del problema Isis sia proprio questa: il fondamentalismo islamico rappresenta la reazione violenta ed estrema di un mondo che non ha intenzione di subire questa metamorfosi fisiologica, fisica e comportamentale. Al di là di questa pungente quanto provocatoria interpretazione, la figura dell’uomo nel mondo occidentale è profondamente mutata a partire dai due conflitti mondiali che hanno devastato il pianeta nel XX secolo. L’uomo occidentale ha vissuto l’esperienza della prima e della seconda guerra mondiale, che per la prima volta hanno coinvolto tutta la popolazione maschile abile al combattimento, evento unico nella storia. Il fenomeno dell’industrializzazione della guerra ha reso questa quanto mai brutale e disumana. L’esperienza della trincea ha trasformato il soldato, il guerriero, in una vittima sacrificale gettata in un contesto in cui valore ed eroismo non sono serviti a trasformare il soldato in un eroe. Da questo legittimo rifiuto della guerra, al grido di “Mai più una cosa del genere!” dei soldati francesi, si è passati all’estremo opposto, cioè ad una desacralizzazione della virilità: meglio vivere da donne, ma vivere, che essere uomini e morire. Negli anni che seguirono, altri eventi ed altri fenomeni contribuirono a destabilizzare la figura dell’uomo, ad oscurare quasi definitivamente la figura del “Maschio Alfa”: il 68′, i movimenti femministi, la globalizzazione e la diffusione di nuovi modelli maschili. L’uomo passa dall’essere il Male Breadwinner, il vincitore del pane sulle cui spalle grava il peso e la responsabilità di mantenere e sfamare la famiglia, ad essere il secondo, se non il terzo, in carica. La perdita dell’autorità e della patria potestà, sia sotto il profilo formale che sotto il profilo sostanziale, ha creato nell’uomo occidentale un’insicurezza ed un senso di smarrimento che lo hanno portato non al recupero della propria virilità, ma alla ricerca e quindi alla scoperta di un nuovo modo di “essere uomini”.
Vengono in mente i personaggi delle opere di Luigi Pirandello e di Italo Svevo, nei quali viene trattata la figura dell’inetto, l’uomo che non trova il proprio posto all’interno della società, che non si riconosce nei suoi costumi, nei suoi valori, nei suoi schemi, che è alla ricerca della propria identità perduta. Ma al contrario di questi inetti, l’uomo moderno occidentale si è perfettamente adattato alla società in cui è nato, ammortizzando e successivamente assumendo quei caratteri di cui la sua società è impregnata. E i caratteri di questa società, la società democratica, sono valori tipicamente femminili: la prudenza, la dolcezza, la fragilità, il compromesso, la diplomazia. L’uomo moderno piange in pubblico per mostrare la propria umanità, la propria sensibilità, si depila per apparire pulito, lucido, in tiro; si preoccupa dell’apparire prima ancora di forgiare e temprare il proprio essere; non è autoritario con gli altri né con se stesso, trema alla vista del sangue, pavido di fronte al dolore. Ma quel che è peggio, esso ha definitivamente rinunciato al proprio ruolo di padre e di marito, divenuto debole nell’esercitare l’autorità. Parallelamente, la donna assume caratteri e comportamenti, nonché ruoli, ai quali l’uomo ha abdicato. Ma questa è un’altra storia.

1-prendi una citazione di un SAGGISTA e GIORNALISTA, dove vedi delle basi scientifiche-mediche?hai citato un qualche studio?PubMed?Cochrane?lì si trovano studi medico-scientifici, da lì parti per un ragionamento SCIENTIFICO e in questo caso evoluzionistico e forse anche genetico, non da un saggista e giornalista francese che parla dell’ISIS

2-da un saggio che parla dell’Isis come ci arrivi alla classe ‘90 e 2000 tennistica?Oltretutto sta fantomatica metamorfosi genetica dovuta alle guerre mondiali ha colpito solo dal 90 in poi, fino al 1988 quando è nato Del Potro andava tutto bene.

3-sparare paroloni a caso non fa di te un esperto di tennis, e come hai appena dimostrato di nessun’altra cosa.

Saluti

29
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Lo Scriba (Guest) 15-10-2018 09:02

Scritto da Koko

Scritto da Lo Scriba

Scritto da Ale5

Scritto da Koko

Scritto da Alain
@ frenky (#2215092)
@ frenky (#2215092)
Potevi usare un metro di paragone più interessante visto che il miglior tennista delle nazioni citate nato nelle due annate che hai indicato è il nostro Berrettini.
E comunque il problema di base è la pochezza qualitativa in generale delle nuove generazioni se paragonata ai nati negli anni ‘80.
Si veda il dato che ad oggi il più giovane vincitore slam è del 1988. Parlo di uomini ovviamente.
E meno male che i “vecchietti” non mollano. Perché sono i migliori sotto tantissimi aspetti.

Esatto: la evidente femminilizzazione ormonale del giovane odierno ha causato una decrescita delle prestazioni testosteroniche così tipiche degli anni 80 90. D’altra parte la mascolinizzazione delle donne non ha portato un conseguete aumento prestazionale perchè mediamente sono “maschiaccie” biologiche che rimangono di testa leggere e frivole!

Dimmi che stai scherzando ti prego…
Imbarazzante

Temo di no, purtroppo…

Opinioni prese pari pari (magari off records) da..tecnici che allenano in vari sport. Perchè politicizzare impropriamente e in maniera del tutto non contestuale aspetti che potrebbero avere basi anche medico-scientifiche? L’evoluzione dell’ homo sapiens in conseguenza del progresso attuale non penso che sia riducibile acriticamente dal benpensante da forum a quello che è un presunto e malinteso politicamente corretto!
Contributo testuale al dibattito:
Éric Zemmour, saggista e giornalista francese, sostiene che il fenomeno dell’Isis, e più in generale del fondamentalismo islamico, altro non sia che la reazione estrema dell’uomo orientale difronte alla progressiva femminilizzazione dell’uomo in Occidente, intesa questa come perdita di quei caratteri virili che da sempre hanno differenziato l’uomo dalla donna: la forza fisica, l’autorità, l’audacia, l’onore. La società ha infatti privilegiato, in tutti i campi del vivere sociale, valori tradizionalmente femminili: la dolcezza, la prudenza, il compromesso, la delicatezza. Zemmour afferma che una delle chiavi di lettura del problema Isis sia proprio questa: il fondamentalismo islamico rappresenta la reazione violenta ed estrema di un mondo che non ha intenzione di subire questa metamorfosi fisiologica, fisica e comportamentale. Al di là di questa pungente quanto provocatoria interpretazione, la figura dell’uomo nel mondo occidentale è profondamente mutata a partire dai due conflitti mondiali che hanno devastato il pianeta nel XX secolo. L’uomo occidentale ha vissuto l’esperienza della prima e della seconda guerra mondiale, che per la prima volta hanno coinvolto tutta la popolazione maschile abile al combattimento, evento unico nella storia. Il fenomeno dell’industrializzazione della guerra ha reso questa quanto mai brutale e disumana. L’esperienza della trincea ha trasformato il soldato, il guerriero, in una vittima sacrificale gettata in un contesto in cui valore ed eroismo non sono serviti a trasformare il soldato in un eroe. Da questo legittimo rifiuto della guerra, al grido di “Mai più una cosa del genere!” dei soldati francesi, si è passati all’estremo opposto, cioè ad una desacralizzazione della virilità: meglio vivere da donne, ma vivere, che essere uomini e morire. Negli anni che seguirono, altri eventi ed altri fenomeni contribuirono a destabilizzare la figura dell’uomo, ad oscurare quasi definitivamente la figura del “Maschio Alfa”: il 68′, i movimenti femministi, la globalizzazione e la diffusione di nuovi modelli maschili. L’uomo passa dall’essere il Male Breadwinner, il vincitore del pane sulle cui spalle grava il peso e la responsabilità di mantenere e sfamare la famiglia, ad essere il secondo, se non il terzo, in carica. La perdita dell’autorità e della patria potestà, sia sotto il profilo formale che sotto il profilo sostanziale, ha creato nell’uomo occidentale un’insicurezza ed un senso di smarrimento che lo hanno portato non al recupero della propria virilità, ma alla ricerca e quindi alla scoperta di un nuovo modo di “essere uomini”.
Vengono in mente i personaggi delle opere di Luigi Pirandello e di Italo Svevo, nei quali viene trattata la figura dell’inetto, l’uomo che non trova il proprio posto all’interno della società, che non si riconosce nei suoi costumi, nei suoi valori, nei suoi schemi, che è alla ricerca della propria identità perduta. Ma al contrario di questi inetti, l’uomo moderno occidentale si è perfettamente adattato alla società in cui è nato, ammortizzando e successivamente assumendo quei caratteri di cui la sua società è impregnata. E i caratteri di questa società, la società democratica, sono valori tipicamente femminili: la prudenza, la dolcezza, la fragilità, il compromesso, la diplomazia. L’uomo moderno piange in pubblico per mostrare la propria umanità, la propria sensibilità, si depila per apparire pulito, lucido, in tiro; si preoccupa dell’apparire prima ancora di forgiare e temprare il proprio essere; non è autoritario con gli altri né con se stesso, trema alla vista del sangue, pavido di fronte al dolore. Ma quel che è peggio, esso ha definitivamente rinunciato al proprio ruolo di padre e di marito, divenuto debole nell’esercitare l’autorità. Parallelamente, la donna assume caratteri e comportamenti, nonché ruoli, ai quali l’uomo ha abdicato. Ma questa è un’altra storia.

Vedete che i miei timori erano esatti?

28
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Sandrone 15-10-2018 07:49

Scritto da Koko

Scritto da Lo Scriba

Scritto da Ale5

Scritto da Koko

Scritto da Alain
@ frenky (#2215092)
@ frenky (#2215092)
Potevi usare un metro di paragone più interessante visto che il miglior tennista delle nazioni citate nato nelle due annate che hai indicato è il nostro Berrettini.
E comunque il problema di base è la pochezza qualitativa in generale delle nuove generazioni se paragonata ai nati negli anni ‘80.
Si veda il dato che ad oggi il più giovane vincitore slam è del 1988. Parlo di uomini ovviamente.
E meno male che i “vecchietti” non mollano. Perché sono i migliori sotto tantissimi aspetti.

Esatto: la evidente femminilizzazione ormonale del giovane odierno ha causato una decrescita delle prestazioni testosteroniche così tipiche degli anni 80 90. D’altra parte la mascolinizzazione delle donne non ha portato un conseguete aumento prestazionale perchè mediamente sono “maschiaccie” biologiche che rimangono di testa leggere e frivole!

Dimmi che stai scherzando ti prego…
Imbarazzante

Temo di no, purtroppo…

Opinioni prese pari pari (magari off records) da..tecnici che allenano in vari sport. Perchè politicizzare impropriamente e in maniera del tutto non contestuale aspetti che potrebbero avere basi anche medico-scientifiche? L’evoluzione dell’ homo sapiens in conseguenza del progresso attuale non penso che sia riducibile acriticamente dal benpensante da forum a quello che è un presunto e malinteso politicamente corretto!
Contributo testuale al dibattito:
Éric Zemmour, saggista e giornalista francese, sostiene che il fenomeno dell’Isis, e più in generale del fondamentalismo islamico, altro non sia che la reazione estrema dell’uomo orientale difronte alla progressiva femminilizzazione dell’uomo in Occidente, intesa questa come perdita di quei caratteri virili che da sempre hanno differenziato l’uomo dalla donna: la forza fisica, l’autorità, l’audacia, l’onore. La società ha infatti privilegiato, in tutti i campi del vivere sociale, valori tradizionalmente femminili: la dolcezza, la prudenza, il compromesso, la delicatezza. Zemmour afferma che una delle chiavi di lettura del problema Isis sia proprio questa: il fondamentalismo islamico rappresenta la reazione violenta ed estrema di un mondo che non ha intenzione di subire questa metamorfosi fisiologica, fisica e comportamentale. Al di là di questa pungente quanto provocatoria interpretazione, la figura dell’uomo nel mondo occidentale è profondamente mutata a partire dai due conflitti mondiali che hanno devastato il pianeta nel XX secolo. L’uomo occidentale ha vissuto l’esperienza della prima e della seconda guerra mondiale, che per la prima volta hanno coinvolto tutta la popolazione maschile abile al combattimento, evento unico nella storia. Il fenomeno dell’industrializzazione della guerra ha reso questa quanto mai brutale e disumana. L’esperienza della trincea ha trasformato il soldato, il guerriero, in una vittima sacrificale gettata in un contesto in cui valore ed eroismo non sono serviti a trasformare il soldato in un eroe. Da questo legittimo rifiuto della guerra, al grido di “Mai più una cosa del genere!” dei soldati francesi, si è passati all’estremo opposto, cioè ad una desacralizzazione della virilità: meglio vivere da donne, ma vivere, che essere uomini e morire. Negli anni che seguirono, altri eventi ed altri fenomeni contribuirono a destabilizzare la figura dell’uomo, ad oscurare quasi definitivamente la figura del “Maschio Alfa”: il 68′, i movimenti femministi, la globalizzazione e la diffusione di nuovi modelli maschili. L’uomo passa dall’essere il Male Breadwinner, il vincitore del pane sulle cui spalle grava il peso e la responsabilità di mantenere e sfamare la famiglia, ad essere il secondo, se non il terzo, in carica. La perdita dell’autorità e della patria potestà, sia sotto il profilo formale che sotto il profilo sostanziale, ha creato nell’uomo occidentale un’insicurezza ed un senso di smarrimento che lo hanno portato non al recupero della propria virilità, ma alla ricerca e quindi alla scoperta di un nuovo modo di “essere uomini”.
Vengono in mente i personaggi delle opere di Luigi Pirandello e di Italo Svevo, nei quali viene trattata la figura dell’inetto, l’uomo che non trova il proprio posto all’interno della società, che non si riconosce nei suoi costumi, nei suoi valori, nei suoi schemi, che è alla ricerca della propria identità perduta. Ma al contrario di questi inetti, l’uomo moderno occidentale si è perfettamente adattato alla società in cui è nato, ammortizzando e successivamente assumendo quei caratteri di cui la sua società è impregnata. E i caratteri di questa società, la società democratica, sono valori tipicamente femminili: la prudenza, la dolcezza, la fragilità, il compromesso, la diplomazia. L’uomo moderno piange in pubblico per mostrare la propria umanità, la propria sensibilità, si depila per apparire pulito, lucido, in tiro; si preoccupa dell’apparire prima ancora di forgiare e temprare il proprio essere; non è autoritario con gli altri né con se stesso, trema alla vista del sangue, pavido di fronte al dolore. Ma quel che è peggio, esso ha definitivamente rinunciato al proprio ruolo di padre e di marito, divenuto debole nell’esercitare l’autorità. Parallelamente, la donna assume caratteri e comportamenti, nonché ruoli, ai quali l’uomo ha abdicato. Ma questa è un’altra storia.

Miiiiii come si evolve velocemente l’uomo ! Si era partiti dalla differenza tra quelli nati per esempio nel 87 e quelli nati nel 96.
Fate il piacere di andare a farvi delle seghe mentali in privato senza dimostrare a tutti la vostra dubbia saggezza e cultura distorta.

27
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MarcoP 15-10-2018 07:13

Scritto da Ema80
@ Koko (#2215212)
Ti consiglio una bella visita ad Auschwitz per renderti conto quali danni hanno fatto nella storia opinioni di questo genere

Il commento di koko è “particolare”, per non dir di peggio. Ma Auschwitz che c’entra?

26
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Koko (Guest) 15-10-2018 01:56

Scritto da Lo Scriba

Scritto da Ale5

Scritto da Koko

Scritto da Alain
@ frenky (#2215092)
@ frenky (#2215092)
Potevi usare un metro di paragone più interessante visto che il miglior tennista delle nazioni citate nato nelle due annate che hai indicato è il nostro Berrettini.
E comunque il problema di base è la pochezza qualitativa in generale delle nuove generazioni se paragonata ai nati negli anni ‘80.
Si veda il dato che ad oggi il più giovane vincitore slam è del 1988. Parlo di uomini ovviamente.
E meno male che i “vecchietti” non mollano. Perché sono i migliori sotto tantissimi aspetti.

Esatto: la evidente femminilizzazione ormonale del giovane odierno ha causato una decrescita delle prestazioni testosteroniche così tipiche degli anni 80 90. D’altra parte la mascolinizzazione delle donne non ha portato un conseguete aumento prestazionale perchè mediamente sono “maschiaccie” biologiche che rimangono di testa leggere e frivole!

Dimmi che stai scherzando ti prego…
Imbarazzante

Temo di no, purtroppo…

Opinioni prese pari pari (magari off records) da..tecnici che allenano in vari sport. Perchè politicizzare impropriamente e in maniera del tutto non contestuale aspetti che potrebbero avere basi anche medico-scientifiche? L’evoluzione dell’ homo sapiens in conseguenza del progresso attuale non penso che sia riducibile acriticamente dal benpensante da forum a quello che è un presunto e malinteso politicamente corretto!

Contributo testuale al dibattito:

Éric Zemmour, saggista e giornalista francese, sostiene che il fenomeno dell’Isis, e più in generale del fondamentalismo islamico, altro non sia che la reazione estrema dell’uomo orientale difronte alla progressiva femminilizzazione dell’uomo in Occidente, intesa questa come perdita di quei caratteri virili che da sempre hanno differenziato l’uomo dalla donna: la forza fisica, l’autorità, l’audacia, l’onore. La società ha infatti privilegiato, in tutti i campi del vivere sociale, valori tradizionalmente femminili: la dolcezza, la prudenza, il compromesso, la delicatezza. Zemmour afferma che una delle chiavi di lettura del problema Isis sia proprio questa: il fondamentalismo islamico rappresenta la reazione violenta ed estrema di un mondo che non ha intenzione di subire questa metamorfosi fisiologica, fisica e comportamentale. Al di là di questa pungente quanto provocatoria interpretazione, la figura dell’uomo nel mondo occidentale è profondamente mutata a partire dai due conflitti mondiali che hanno devastato il pianeta nel XX secolo. L’uomo occidentale ha vissuto l’esperienza della prima e della seconda guerra mondiale, che per la prima volta hanno coinvolto tutta la popolazione maschile abile al combattimento, evento unico nella storia. Il fenomeno dell’industrializzazione della guerra ha reso questa quanto mai brutale e disumana. L’esperienza della trincea ha trasformato il soldato, il guerriero, in una vittima sacrificale gettata in un contesto in cui valore ed eroismo non sono serviti a trasformare il soldato in un eroe. Da questo legittimo rifiuto della guerra, al grido di “Mai più una cosa del genere!” dei soldati francesi, si è passati all’estremo opposto, cioè ad una desacralizzazione della virilità: meglio vivere da donne, ma vivere, che essere uomini e morire. Negli anni che seguirono, altri eventi ed altri fenomeni contribuirono a destabilizzare la figura dell’uomo, ad oscurare quasi definitivamente la figura del “Maschio Alfa”: il 68′, i movimenti femministi, la globalizzazione e la diffusione di nuovi modelli maschili. L’uomo passa dall’essere il Male Breadwinner, il vincitore del pane sulle cui spalle grava il peso e la responsabilità di mantenere e sfamare la famiglia, ad essere il secondo, se non il terzo, in carica. La perdita dell’autorità e della patria potestà, sia sotto il profilo formale che sotto il profilo sostanziale, ha creato nell’uomo occidentale un’insicurezza ed un senso di smarrimento che lo hanno portato non al recupero della propria virilità, ma alla ricerca e quindi alla scoperta di un nuovo modo di “essere uomini”.

Vengono in mente i personaggi delle opere di Luigi Pirandello e di Italo Svevo, nei quali viene trattata la figura dell’inetto, l’uomo che non trova il proprio posto all’interno della società, che non si riconosce nei suoi costumi, nei suoi valori, nei suoi schemi, che è alla ricerca della propria identità perduta. Ma al contrario di questi inetti, l’uomo moderno occidentale si è perfettamente adattato alla società in cui è nato, ammortizzando e successivamente assumendo quei caratteri di cui la sua società è impregnata. E i caratteri di questa società, la società democratica, sono valori tipicamente femminili: la prudenza, la dolcezza, la fragilità, il compromesso, la diplomazia. L’uomo moderno piange in pubblico per mostrare la propria umanità, la propria sensibilità, si depila per apparire pulito, lucido, in tiro; si preoccupa dell’apparire prima ancora di forgiare e temprare il proprio essere; non è autoritario con gli altri né con se stesso, trema alla vista del sangue, pavido di fronte al dolore. Ma quel che è peggio, esso ha definitivamente rinunciato al proprio ruolo di padre e di marito, divenuto debole nell’esercitare l’autorità. Parallelamente, la donna assume caratteri e comportamenti, nonché ruoli, ai quali l’uomo ha abdicato. Ma questa è un’altra storia.

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-1: MarcoP, TtAle5
Andre79 (Guest) 14-10-2018 23:03

Bernard Tomic ha giocato una settimana in questo 2018…giusto per vincere la finale contro fognini …

24
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-1: MarcoP, Giuseppespartano
Ema80 (Guest) 14-10-2018 21:40

@ Koko (#2215212)

Ti consiglio una bella visita ad Auschwitz per renderti conto quali danni hanno fatto nella storia opinioni di questo genere

23
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+1: TtAle5
GGG (Guest) 14-10-2018 20:54

Scritto da Angelux79
Ma Donati che va a fare nelle Q di un Atp. Non vince una partita nei challenge… ma chi gli fa la programmazione? Topo Gigio?

Secondo me più giocatori dovrebbero fare la stessa scelta, puoi vincere tutti i challenger che vuoi, ma finché non vinci le partite negli atp resti un giocatore da challenger, inizia a giocarli gli atp e tutto potrebbe accadere

22
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+1: MarcoP
AGASSI1965 (Guest) 14-10-2018 19:50

Si appunto …

Scritto da Angelux79
Ma Donati che va a fare nelle Q di un Atp. Non vince una partita nei challenge… ma chi gli fa la programmazione? Topo Gigio?

21
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Rodolfo 14-10-2018 19:14

GRANDE ARNA ! ! ! !

20
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Angelux79 (Guest) 14-10-2018 17:58

Ma Donati che va a fare nelle Q di un Atp. Non vince una partita nei challenge… ma chi gli fa la programmazione? Topo Gigio?

19
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-1: pibla
Lo Scriba (Guest) 14-10-2018 16:56

Scritto da Ale5

Scritto da Koko

Scritto da Alain
@ frenky (#2215092)
@ frenky (#2215092)
Potevi usare un metro di paragone più interessante visto che il miglior tennista delle nazioni citate nato nelle due annate che hai indicato è il nostro Berrettini.
E comunque il problema di base è la pochezza qualitativa in generale delle nuove generazioni se paragonata ai nati negli anni ‘80.
Si veda il dato che ad oggi il più giovane vincitore slam è del 1988. Parlo di uomini ovviamente.
E meno male che i “vecchietti” non mollano. Perché sono i migliori sotto tantissimi aspetti.

Esatto: la evidente femminilizzazione ormonale del giovane odierno ha causato una decrescita delle prestazioni testosteroniche così tipiche degli anni 80 90. D’altra parte la mascolinizzazione delle donne non ha portato un conseguete aumento prestazionale perchè mediamente sono “maschiaccie” biologiche che rimangono di testa leggere e frivole!

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+1: TtAle5, pibla
Lo Scriba (Guest) 14-10-2018 16:55

Scritto da ball1

Scritto da frenky
A vedere certi francesi o polacchi o spagnoli emergenti, e come viaggiano le loro palline, ti rendi conto del perchè i nostri 95 e 96 stiano ancora remando con fatica tra il 200 e il 300.
Se qualcuno ieri ha visto qualche punto di Humbert/Barrere o di Baldi /Martinez….la realtà è evidente

Occhio che ora ti verranno a fare il conto dei challenger vinti quest’anno e ti diranno che abbiamo sorpassato francesi e spagnoli.

No, basta citare Berrettini che è quasi top 50 e Sonego che è top 100 per dimostrare che si tratta di un giudizio errato

17
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Ale5 (Guest) 14-10-2018 14:36

Scritto da Koko

Scritto da Alain
@ frenky (#2215092)
@ frenky (#2215092)
Potevi usare un metro di paragone più interessante visto che il miglior tennista delle nazioni citate nato nelle due annate che hai indicato è il nostro Berrettini.
E comunque il problema di base è la pochezza qualitativa in generale delle nuove generazioni se paragonata ai nati negli anni ‘80.
Si veda il dato che ad oggi il più giovane vincitore slam è del 1988. Parlo di uomini ovviamente.
E meno male che i “vecchietti” non mollano. Perché sono i migliori sotto tantissimi aspetti.

Esatto: la evidente femminilizzazione ormonale del giovane odierno ha causato una decrescita delle prestazioni testosteroniche così tipiche degli anni 80 90. D’altra parte la mascolinizzazione delle donne non ha portato un conseguete aumento prestazionale perchè mediamente sono “maschiaccie” biologiche che rimangono di testa leggere e frivole!

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+1: Sisifo, MarcoP, Giuseppespartano
Koko (Guest) 14-10-2018 14:11

Scritto da Alain
@ frenky (#2215092)
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Potevi usare un metro di paragone più interessante visto che il miglior tennista delle nazioni citate nato nelle due annate che hai indicato è il nostro Berrettini.
E comunque il problema di base è la pochezza qualitativa in generale delle nuove generazioni se paragonata ai nati negli anni ‘80.
Si veda il dato che ad oggi il più giovane vincitore slam è del 1988. Parlo di uomini ovviamente.
E meno male che i “vecchietti” non mollano. Perché sono i migliori sotto tantissimi aspetti.

Esatto: la evidente femminilizzazione ormonale del giovane odierno ha causato una decrescita delle prestazioni testosteroniche così tipiche degli anni 80 90. D’altra parte la mascolinizzazione delle donne non ha portato un conseguete aumento prestazionale perchè mediamente sono “maschiaccie” biologiche che rimangono di testa leggere e frivole!

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-1: TtAle5, Gualtiero, MarcoP
mitch (Guest) 14-10-2018 12:59

@ Tomax (#2215030)

Magari

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Alain 14-10-2018 12:55

@ frenky (#2215092)

@ frenky (#2215092)

Potevi usare un metro di paragone più interessante visto che il miglior tennista delle nazioni citate nato nelle due annate che hai indicato è il nostro Berrettini.

E comunque il problema di base è la pochezza qualitativa in generale delle nuove generazioni se paragonata ai nati negli anni ‘80.
Si veda il dato che ad oggi il più giovane vincitore slam è del 1988. Parlo di uomini ovviamente.
E meno male che i “vecchietti” non mollano. Perché sono i migliori sotto tantissimi aspetti.

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ball1 14-10-2018 12:43

Scritto da frenky
A vedere certi francesi o polacchi o spagnoli emergenti, e come viaggiano le loro palline, ti rendi conto del perchè i nostri 95 e 96 stiano ancora remando con fatica tra il 200 e il 300.
Se qualcuno ieri ha visto qualche punto di Humbert/Barrere o di Baldi /Martinez….la realtà è evidente

Occhio che ora ti verranno a fare il conto dei challenger vinti quest’anno e ti diranno che abbiamo sorpassato francesi e spagnoli.

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Lo Scriba (Guest) 14-10-2018 12:39

Scritto da Roger
Poveri Donati e quinzi
Come mai non riescano ad emergere?

Perché non hanno le qualità tecnico fisiche. Tutto qui.

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+1: Fjema
frenky (Guest) 14-10-2018 12:27

A vedere certi francesi o polacchi o spagnoli emergenti, e come viaggiano le loro palline, ti rendi conto del perchè i nostri 95 e 96 stiano ancora remando con fatica tra il 200 e il 300.
Se qualcuno ieri ha visto qualche punto di Humbert/Barrere o di Baldi /Martinez….la realtà è evidente

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+1: ball1
Andy86 (Guest) 14-10-2018 12:13

Scritto da borsir
Tomic con Fognini ha fatto……………………………….. ……………………………………………………….

Purtroppo ha avuto l unica settimana buona degli ultimi 6 anni, ed ora con quel prize money potrà gozzovigliare x altri 3 o 4 anni.

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-1: MarcoP
borsir (Guest) 14-10-2018 12:04

Tomic con Fognini ha fatto……………………………….. ……………………………………………………….

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Roger (Guest) 14-10-2018 11:55

Poveri Donati e quinzi
Come mai non riescano ad emergere?

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-1: Elio
rosinaldo 14-10-2018 11:23

Se Donati vuole dire di avere un passo avanti deve sbarazzarsi di Zopp. Altrimenti siamo sempre fermi a quel punto morto

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+1: rosinaldo
-1: Ken_Rosewall, Elio, Emilio Nova Gorica, pibla
kalle4 (Guest) 14-10-2018 11:22

Match durissimo ovviamente per Donati, felice comunque di vederlo in campo e speriamo che finalmente il fisico lo sostenga..

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+1: Ken_Rosewall
Tomax (Guest) 14-10-2018 11:20

Vorrei capire la scelta del doppio dodig bolelli a stoccolma.coppia che può nascere come fissa per il prossimo anno?

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Mick 14-10-2018 11:01

Scritto da pool aster
Appero’ … nomi di tutto rispetto. ..una qualificazione con la sciabola tra i denti. ..speriamo bene!

Quoto, mi sembrano le quali più toste (comparate ad esempio a mosca dove il livello è bassino), davvero pochissime possibilità per i nostri 2 portabandiera.

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+1: Ken_Rosewall, MarcoP
pool aster (Guest) 14-10-2018 10:57

Appero’ … nomi di tutto rispetto. ..una qualificazione con la sciabola tra i denti. ..speriamo bene!

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+1: Ken_Rosewall, MarcoP
tommi (Guest) 14-10-2018 10:54

Ma benneteau non aveva smesso ?

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+1: Ken_Rosewall